IL POLIZIOTTO SUDISTA, ALTRO CHE UNCLE SAM, INCARNA L’AMERICA

L’agente M.T. Slager, che a North Charleston (South Carolina) ha ucciso il nero William Scott -lo voleva arrestare perché non gli funzionava il fanalino dello stop- impersona ben meglio di Zio Sam gli Stati Uniti, che in Indocina fanno morire 3 milioni di vietnamiti contro 58 mila americani; che per vincere la guerra sganciano bombe per 3 milioni di tonn, contro i 2 milioni dell’intero Secondo conflitto mondiale; e che la guerra, invece di vincerla, la perdono nella sconfitta più umiliante della storia. Spiegazione: non abbiamo potuto usare l’arma nucleare, come sarebbe stato nostro diritto.

Diciamo questo anche perché l’agente Slager ha sparato con la sua Glock calibro 45 “Not once. Not twice. Eight times” scrive TIME. E’ certo: qualunque suo collega di Scotland Yard o dell’Arma dei Carabinieri, se proprio avesse voluto ferire un contravventore del codice stradale che fuggiva disarmato, avrebbe mirato alle gambe per rallentarlo, non otto volte per ucciderlo. Quando il negro Scott è caduto, già morente, l’agente Slager lo ha ammanettato, non provato a soccorrere.

Grave com’è il profilo razzista dell’assassinio, non è quello decisivo. La compulsione omicida, nel paese che fece il Vietnam, sarebbe la stessa anche se i negri fossero bianchi. E’ invece schiacciante la presa di coscienza di una serie di realtà:

A) dalla fine di WW2 la vocazione universalistico-egemonica, suscitata dal duo guerrafondaio Woodrow Wilson-F.D.Roosevelt, condanna gli USA a guerre che ora immancabilmente perdono e a imprese fallimentari, con tutta la loro supremazia tecnologica.

B) l’ingentezza delle dimensioni e delle risorse ingigantisce le esigenze, dunque i costi materiali e morali del bellicismo ossessivo. L’invulnerabilità goduta fino al 1945 ha indotto gli americani a credersi invincibili, essendo invece vincibilissimi. Lo hanno dimostrato tutte le guerre dello scorso settantennio.

C) In termini quantitativi e qualitativi, gli USA sono il paese più militarista, cioè più condizionato dai precetti e dagli apparati bellici, della storia.

D) Il declino morale, nonché diplomatico e geopolitico, dell’America che fu la fidanzata del mondo è già cominciato da X anni, ma diverrà precipitoso se il consenso patriottico non si indebolirà sensibilmente, in rapporto ai fatti di cui sopra. Le troppa fede nella bandiera a stelle e strisce sarà più nociva della nostra quasi totale, e santa, irriverenza per il Tricolore.

Questi i contorni simbolici, storico-politici, del crimine di North Charleston. Ci sono

ovviamente quelli razzistici. Negli ultimi cinque anni tredici agenti del Law and Order hanno ucciso senza necessità dei neri: per vendita di sigarette di contrabbando, per furto da supermarket, per non essersi fermato (Levar Jones) non indossando la cintura di sicurezza, per resistere all’arresto, per guidare in modo disordinato, per vagare nudo. In nessuno dei tredici casi un poliziotto europeo avrebbe sparato per uccidere. E, sempre secondo TIME, sono state 209 in cinque anni le occasioni in cui la polizia del South Carolina ha sparato senza uccidere. E’ anìmalesca e deviata quella polizia? No, è come la vuole l’America animalesca e deviata.

Quanto al razzismo, ben poco faranno i pubblici poteri. I neri sono largamente detestati, malgrado due mandati presidenziali di un nero (il quale agisce come fosse bianco). Forse i due mandati hanno esasperato il razzismo. L’America pagherà a lungo per due secoli di importazione di schiavi; e i discendenti degli schiavi non sono la crema dei gentiluomini.

L’integrazione vera dei neri è un’ubbia: non solo in America. Discendessi da uno schiavo tornerei in Africa, congratulandomi di tornarvi, metti, con due lauree e un fondo d’investimento.

A.M.C.