Premessa: il Pd non poteva non darsi al Gonfaloniere fiorentino. Avesse preferito Cuperlo, sarebbe stato un testamento col notaio al capezzale, un’ultima volontà dettata prima della mummificazione.
Tuttavia abbiamo poche certezze su quelle che saranno le opere, anzi le gesta del Sindaco. Forse ci sarà la rottamazione degli oligarchi, comprese le Finocchiaro, le Pollastrini, molti altri ufficiali e sottufficiali dell’intendenza. Forse: solo se resterà un unicum il patteggiamento con d’Alema che ha elevato Cuperlo a presidente del partito. Come lancio di un’impresa di valore storico, il compromesso con la nomenclatura – perchè non si senta umiliata e non seceda- è poco promettente.
Si vedrà ciò che risulterà di Renzi, se e quando si metterà veramente fine al sostentamento dei partiti a carico dei contribuenti. Dal Rottamatore era logico attendersi un’abolizione immediata, non differita e smussata. In ogni caso non si potrà dare merito al solo Renzi se un giorno finirà l’aspetto più disgustoso -in quanto legale e coattivo- di una delle rapine degli appaltatori delle urne. Quanto al Senato, esso va semplicemente cancellato, non recuperato come camera delle autonomie, cioè come l’ennesima istituzione afflittiva e ipercostosa.
Più gloria si meriterà l’eresiarca da Firenze se riuscirà a costringere la classe politica a restituire una parte di quanto rubato a partire dal 1945. Questo esigerebbe il capovolgimento copernicano promesso da Renzi. Nulla sarebbe più razionale della confisca immediata di metà dei beni, ufficiali e non, di ciascun partito, nonché degli attivi futuri. Ovvio che i tesoretti e le refurtive della nostra politica sono pressocché irraggiungibili; ma almeno andrebbe assicurato alla collettività qualcosa degli introiti futuri della cleptocrazia. Idem sui beni personali di quei politici che hanno maneggiato più degli altri.
Al “simbolo dell’apparato Pd”, senatore Ugo Sposetti, un intervistatore di ‘Repubblica’ ha chiesto: “Lei da tesoriere gestisce ancora il patrimonio dei Ds: vale un miliardo”. Ha risposto, il più tracotante degli assertori del diritto dei partiti sul denaro pubblico, che “il patrimonio è il frutto delle fatiche di generazioni di militanti del Pci, del Pds, dei Ds. E in queste sedi oggi il Pd svolge la sua attività. I 22 dipendenti sono il mio primo pensiero”. Le fatiche di generazioni di militanti non hanno mai fruttato da sole, senza apporti da varie fonti, tangenti e ruberie, i patrimoni dei partiti. E la sorte dei dipendenti, che sembra angustiare la corporazione dei tesorieri, non merita alcun particolare riguardo. Chi perderà lo stipendio di partito, al massimo meriterà lo stesso sussidio di sopravvivenza che andrà doverosamente garantito a tutte le famiglie con bambini che resteranno senza reddito. Per trovare coperture si aboliscano i voli di Stato, specie quelli per insulse cerimonie funebri in casa d’altri. Si vendano all’asta gli arazzi del Quirinale. Si venda il Quirinale stesso. Altrimenti si quotino i parlamentari.
Di tutte le riforme che gli ottimisti attendono da Renzi la meno importante è un nuovo metodo elettorale. Intanto è una correzione invocata da tutti, non dal solo Sindaco di Firenze. Poi nessun metodo elettorale è veramente migliore degli altri. Sono tutti congegni per spogliare il popolo della sua sovranità, e per frodarlo. Sono le elezioni stesse, non questo o quel metodo elettorale, che occorre azzerare. Ormai quasi tutti ammettono che la democrazia delle urne è un malato terminale. E’ di un paio di giorni fa la valutazione di un guru autorevole (salvo errore, Tito Boeri): hanno stima del nostro sistema politico il 2% degli italiani, cioè i soli politicanti.
Se questo è vero, o si avvicina alla verità, è grottesco continuare a discutere su questa o quella delle tradizionali tecniche di usurpazione e impostura. La svolta vera sarà mettere fine alla delega elettorale. Sono quasi tre lustri che è cominciato il Terzo Millennio. Negli Stati Uniti e altrove sono stati messi a punto vari progetti di democrazia diretta selettiva, supportata dalla telematica e praticata da cittadini qualificati, scelti dal sorteggio non dalle urne.
Sono queste grandi novità -un nuovo continente politico- che Matteo Renzi dovrà esplorare e tentare di conquistare, se vorrà deviare la storia di una democrazia occidentale sbagliata. Probabilmente non farà questo: si farà cooptare nella corporazione degli impostori.
A.M.C.