NON TIRA ANCORA LE CUOIA LA REPUBBLICA DELLA NOSTRA DISDETTA

Chi dice che lo Stellone d’Italia sta tramontando? Intanto perdura la somma tra le eccellenze: siamo la più longeva, anzi l’unica viva, tra le dieci Repubbliche della Malasorte che hanno segnato la storia contemporanea d’Europa. La Federazione iugoslava imposta dai mitra di Tito fu quella che resisté più a lungo, 46 anni (1945-91). Seguirono, per vent’anni, la Polonia, gli Stati baltici e la Cecoslovacchia, nazione inventata a Versailles a spese dei Sudeti e degli slovacchi (i quali ultimi si vendicheranno secedendo). Spirarono a 14 anni la repubblica di Weimar uccisa da Hitler e la  Quarta francese, meritoriamente liquidata -assomigliando parecchio alla nostra- da Charles De Gaulle. Quella di Spagna, proclamata nel 1931, fu spezzata in due dai cannoni del 18 luglio 1936; era morente nel 1938 dopo la sanguinosa e fallita offensiva rossa dell’Ebro; cessò di vivere la primavera successiva.

Gli spagnoli si erano dati un primo stato repubblicano nel 1873; non arrivò a due anni.

Il nostro regime resiste grazie, abbiamo detto, allo Stellone. Peccato sia abominevole, un regime-canaglia. Ha già battuto tutti i record conosciuti di corruzione e di saccheggio dei politici professionisti. A livello delle menzogne ufficiali vanta una Costituzione ispirata alla socialità, ma i suicidi dei miseri e degli sfortunati si succedono incessanti. Per gli esodati e per quanti hanno perso il lavoro o la dittarella non c’è soccorso che non siano i pasti caldi e gli abiti usati delle parrocchie. La Malarepubblica d’Italia non può elargire buoni-viveri ai più poveri, ma in compenso ordina cacciabombardieri al top delle prestazioni, sommergibili d’attacco e altri equipaggiamenti dal costo proibitivo. E’ recidiva nelle missioni militari all’estero, mercenarie al servizio degli USA ma a carico nostro.

Come scriveva sul ‘Corriere’ un accreditato giornalista di palazzo, Franco Venturini, “esistono grandissime probabilità che quella dell’Afghanistan non sia una guerra vinta (…) ma noi dobbiamo ragionare solo sulla base dei nostri interessi”. Venturini non ha paura del ridicolo, perciò argomenta che combattere nell’Afghanistan – violando la Costituzione architettata dai legali dei partiti ladri- è nel nostro interesse. “Esistono spese -sentenzia il giornalista di corte- che vanno al di là dell’equazione contabile; che sono utili al Paese anche se ne aggravano il passivo; che difendono valori come le alleanze internazionali”. Per gli orbaci dei grandi media la soggezione a Washington è un valore.

Questo è in effetti il pensiero dei governanti ex-antiamericani, comunisti ed equiparati (Prodi, D’Alema, Napolitano, più il borghese impeccabile Mario Monti, cui è andata la bocciatura degli elettori) che ci opprimono: i “nostri interessi” esigono di non badare a spese se è Wahington che richiede (ma non paga) i nostri mercenari). Scongiurare i suicidii non è nell’interesse degli italiani. Ed ecco  che per sette anni ha presieduto e incarnato noi tutti un personaggio che, già luogotenente di Togliatti e seguace di Stalin negli anni che minacciarono il terzo conflitto mondiale, giorni fa è andato alla Casa Bianca a chiedere il rinnovo della patente di atlantismo. Il nostro congegno è tale che persino un eversore d’ingegno come Grillo, appena conseguito un bel successo elettorale, si fa catturare dai giochi parlamentari invece di indebolirli a spallate.

Se quanto precede non squalifica abbastanza gli appaltatori della pessima tra le repubbliche, c’è lo sconcio della priorità tassativa che essi assegnano al vano prestigio dello sfarzo. Il mondo sa che da noi comanda la gentaglia, dotata però di splendide dimore. Non un palazzo di rappresentanza è stato venduto, non un’ambasciata inutile è stata chiusa. Non uno dei gioielli comprati a carico del popolo dalle varie dinastie principesche della Penisola è stato messo all’asta. Per ospitare l’esponente più ‘alto’ dell’oligarchia teniamo aperta la reggia più pretenziosa in assoluto. “Esistono spese che vanno al di là dell’equazione contabile, che sono utili al Paese anche se ne aggravano il passivo”.

I senza reddito abbiano pazienza: fieri come sono che la nostra Malarepubblica resista, mentre le altre nove sono morte.

Porfirio