FORSE ENTRO 4 ANNI IL PAPA ESALTERA’ LUTERO E ANNETTERA’ IL PROTESTANTESIMO

Alla prima uscita di ‘Internauta’, nel 2010, uno scrittarello “Il Papa demolitore che rifonderà il cattolicesimo” invocava/annunciava “un pontefice rivoluzionario”. Dopo il quale “una Chiesa che volti le spalle a Roma e venda tutto si scoprirà nella sua cruda povertà l’unica superpotenza spirituale, e anche ideologica, del pianeta”. Oggi che i media del mondo intero sono stregati da un papa emerito e, più ancora, da un papa ‘francescano’, si fa più vicino l’assurgere dell’unica superpotenza morale. Forse Francesco vorrà fare grandi cose.

Dicono che nelle questioni di dottrina guarderà al passato. Eppure quando tra quattro anni, il 31 ottobre 2017, si compirà mezzo millennio dal giorno che Lutero affisse le Novantacinque Tesi alla porta di quella chiesa di Wittenberg, il pontefice ribalterà la scomunica del 1521. Ripudierà cinque secoli di lotta al protestantesimo, dichiarerà santa l’insurrezione del cristianesimo tedesco. Dopo le infamie della Chiesa culminate con i Borgia -non dimentichiamo che Cesare, figlio dell’immondo Rodrigo (Alessandro VI simoniaco), era stato cardinale giovinastro prima di farsi principe canaglia; che Alfonso Borgia, zio di Rodrigo, come papa Callisto III era stato talmente nepotista da alienarsi l’amicizia e l’alleanza di Alfonso d’Aragona re di Napoli-; dopo la vasta campagna di vendita delle indulgenze ‘per la fabbrica di San Pietro’; dopo l’ascesa al Soglio del trentottenne figlio di Lorenzo il Magnifico (Leone X, glorioso per gli artisti che manteneva ma diabolico per i credenti tedeschi); dopo una fase così lunga e scellerata, la fiducia nella Chiesa del cristianesimo germanico e nordeuropeo era morta.  Lutero fece rialzare e vivere il Credo. ‘Lazzaro alzati!’.

Anche i maggiori tra i precursori-martiri della Riforma, John Wycliffe e Jan Hus, meriteranno  che Francesco li dichiari eroi della fede. Il corpo del primo fu riesumato e bruciato trentuno anni dopo la morte per volontà del Concilio di Costanza. Nello stesso anno 1415 il rogo uccise Hus, il più grande dei discepoli di Wycliffe. Tra due anni saranno dunque sei secoli dalle empie fiamme del 1415. Ripudiare le condanne dei tre Riformatori sarà coerente con le linee di svolta e di misericordia annunciate da Francesco. Richiamiamo ancora ciò che ‘Internauta’ scriveva due anni fa: “Un cattolico praticante come chi scrive sente che la Chiesa dovrà fare l’esatto contrario che il ritorno al cardinale Bellarmino. Non servirà un papa riformista. Servirà un rivoluzionario: in nulla espresso dalla Curia, dal management, dalla diplomazia, e invece ‘fatto’ nelle parrocchie, negli ospedali, nelle cappelle delle carceri, nelle clausure (…) Sulle macerie e sui cadaveri del marxismo, del liberalismo capitalista, del laicismo progressista/trasgressivo la Chiesa della rivoluzione si ergerà vera vincitrice. Il più alto dei fari. La più possente delle centrali del pensiero”.

Logico coronamento della coerenza di Francesco sarà la proclamazione della santità di Lutero, Wycliffe e Hus. Non tre santi in aggiunta ai troppi, ma tre santi Ricostruttori.

A.M.Calderazzi