CUORE DI PIETRA DELLA REPUBBLICA NATA DALLA RESISTENZA

L’annuncio dell’istituzione della Social Card bis, dotata di 50 milioni, è al tempo stesso una notiziola positiva -il poco, pochissimo, è meglio di zero- e un’occasione di sgomento. a chi non ha pane promettiamo una fetta, non subito. L’Istituto Italiano di Statistica ha accertato che oltre 8 milioni di persone sono poveri veri. Non tutti ma molti sono poveri estremi, a reddito zero. La nuova Social Card promette alle famiglie che saranno selezionate due-trecento euro al mese, 400 se i figli bambini saranno cinque. Il programma riguarderà 12 grandi Comuni: Bari potrà assegnare 1 milione, Genova 3, Roma 11. Sono fissate procedure non semplici, coinvolgenti un certo numero di enti, talché le famiglie non riceveranno nulla prima di luglio.

Fino ad allora potranno mangiare alle mense caritatevoli; per coprirsi rivolgersi alle parrocchie, le quali quando possono distribuiscono abiti usati; in più, distribuiscono alimenti donati dalla gente o, se prossimi a scadere, da supermarket e negozi.  Per tutte le altre necessità, cominciando dalla casa e dalle bollette, i prescelti non avranno alcuna risorsa prima di luglio, sempre che le previsioni vengano confermate. Per i residenti senza reddito, nonché non residenti nelle 12 grandi città, non è previsto alcun soccorso dello Stato. Molti dovranno mendicare.

Se siamo una tra le società più avanzate del pianeta, questa è barbarie. E’ parossismo di ferocia. Con la sola’dotazione del Quirinale si finanzierebbero quattro o cinque Social Card bis. Lo stipendio di un solo superburocrate darebbe la Social Card bis a 200 famiglie. Una patrimoniale dura sulle grandi fortune ereditate cancellerebbe la povertà estrema.

Se un quarto, più o meno, delle entrate fiscali va in sprechi, furti e spese immorali come armi,  sfarzo,  sprechi e  furti dei politici, il Paese ha bisogno di ben altro che le correzioni, le liberalizzazioni, le riforme razionalizzatrici che piacciono alle classi dirigenti e agli opinion leaders dal cuore di pietra, gente peggiore dei gerarchi in orbace, che almeno mandavano i bambini poveri in colonia. Il Paese ha bisogno di un terremoto grave, che sconvolga le coscienze e gli assetti, che abbatta le Istituzioni.

Nelle ultime settimane abbiamo appreso che, in aggiunta all’infamia dei 91 cacciabombardieri F35 e di altri equipaggiamenti bellici  straordinariamente costosi, abbiamo anche comprato due sommergibili d’attacco U 212, i quali  costano quanto 30 o 40 Social Card bis. Il che vuol dire che al soccorso di  8 milioni di poveri destiniamo 6 euro ‘nuovi’ per ogni miserabile; però non prima di luglio. Noi non sappiamo quanto l’Italia dei magnifici 150 anni destina al calcio, alla moda, ai consumi d’alta gamma. Sappiamo che la civile Repubblica nata dalla Resistenza e regolata dalla Più Bella delle Costituzioni -così la chiama quel pagliaccio che schiamazza in toscano- nega il pane ai miseri per  dedicare un paio di centinaia di miliardi l’anno alla difesa, al prestigio, ai costi della politica, agli altri impieghi criminosi a norma di Costituzione.

Se i capi-appaltatori della nostra politica, ultimo Mario Monti, penultimo Berlusconi, sono i colpevoli finali di questo crimine, è verosimile che i vincitori del 25 febbraio facciano meglio di Quei Due? Non sappiamo, al di là dei discorsi elettorali, ciò che farebbe un governo Grillo, o un governo Ingroia. Sappiamo i fatti degli uomini del Pd, da Prodi e D’Alema a P.L.Bersani: sono colpevoli come Berlusconi e Monti di decenni di spese militari, di missioni all’estero, di cento altre condotte delinquenziali. Quanto alle promesse del potere di sinistra, è recente la conferma che il presidente Hollande agisce in campo militare come ogni altro governante al mondo. Non faranno meglio  Bersani e Vendola, con o senza l’appoggio del Centro montiano.

Oggettivamente, il fatto che quasi tutti i governi del mondo affamano i poveri per finanziare gli eserciti attenua un po’ il reato di chi ha gestito o gestirà la nostra repubblica devastata dalle carie. Ma non può impedirci di odiare questa democrazia, se ciò che abbiamo è il suo prodotto. Lo Stato  di Napolitano non è più fraterno di quello di Umberto I, il ‘re buono’ che amava i cavalli molto più dei milioni di proletari famelici e sempre minacciati da pellagra e tubercolosi. Il regime d’oggi merita più disprezzo -considerato il grasso dei nostri tempi- del Ventennio  fascista. Di meglio ha che, non per propri meriti, non ci ha  trascinato in un conflitto mondiale. Francisco Franco ebbe questo merito, e più ancora ne ebbero i governanti spagnoli del 1914.

A voler smettere di illuderci dovremmo abbandonare ogni speranza,  concludere che le canagliate dei governi sono invincibili, più che certe malattie. Tuttavia, a volte nascono gli uomini superiori. Come escludere che uno di essi compaia, e non faccia guerre come Napoleone o olocausti come Hitler, Stalin e Pol Pot? Tanto di guadagnato se, in mancanza di un grande uomo uno statista pedestre come P.L.Bersani sarà trafitto dalla Grazia e, per aprire una civiltà delle Buone Azioni, straccerà i contratti F35, venderà in perdita gli U 212 e chiuderà il Quirinale, con ciò solo  quadruplicando le Social Card.

A.M.Calderazzi