Decenni fa ci fu un film (scandinavo?) chiamato, all’incirca, “Ballammo una sola estate”; per ballare intendendosi la felicità. E lo Stivale ha ballato un solo inverno, i pochi mesi che seguirono alla bieca estromissione dei politici dal pinnacolo del potere. Oggi i grandi media e i partiti sembrano cani infoiati dietro cagne in calore: le primarie, Rigeneratrici e Taumaturghe. Si è diffusa un’euforia incontenibile. Guarite le spietate leucemie, scomparse le lebbre, i caporioni dei partiti mondati da ogni colpa e incoraggiati ad allestire combinazioni ministeriali, le terribili catilinarie dei guru annullate. La politica italiana, riabilitata in toto, non ha più nulla da invidiare a quella danese. Perché tanto tripudio?
Perchè col (non antipatico) Figlio del Benzinaio ha vinto la continuità, il calmo possente fluire partitocratico che cominciò prima ancora che i mitra partigiani tacessero negli ultimi Triangoli. Rientrati i timori dei salti nel buio le vecchie barbe torneranno, le elezioni di primavera ripristineranno la sovranità parlamentare, così cara agli italiani. Niente più deficit di legittimità. Gli opinionisti delle grandi testate hanno obliterato con un clic i loro propri ululati dei mesi scorsi, quando scrivevano del baratro tra politica e paese; quando chiamavano suicida la sorda resistenza dei leader alle riforme; quando i leader e le loro dame ballavano nei saloni del ‘Titanic’; quando il populismo minacciava di farsi santa rivolta; quando la stima per i partiti e i professionals delle urne era scesa al 4%; quando arrivava il Giudizio universale.
Finito tutto. Contrordine: Sodoma e Gomorra sono salve. Gli opinionisti sono quasi tutti Smemorati di Collegno; nessuno ricorda quando uno tra loro, Michele Salvati principale progettista del Pd, scriveva che, a politici messi fuori gioco, il pensiero che potessero tornare ‘faceva accapponare la pelle’. Un altro modo per dire che quel ritorno era assurdo. Chi avrebbe comprato più un’auto usata dai mille sozzi parlamentari e dai loro reggisacco e cortigiani intellettuali? Oggi paparazzi e telecameristi impazziscono all’emergere dei leader dalle auto blu, e brave bravissime le croniste che riescono a raccogliere una battuta di Cicchitto o del Frasivendolo da Terlizzi.
Dal silenzio che regna su quanto si singhiozzava poche settimane fa dovremmo parlare di vera e propria Resurrezione. Le pie donne sono andate al sepolcro e l’Angelo ha detto loro “E’ risorto”. Le primarie hanno fatto il miracolo, tornano i tempi aurorali, appena chiuse le urne il popolo che negli anni Cinquanta ricostruì l’Italia si rimetterà all’opera. Cessate le geremiadi, gli appaltatori e i tenutari delle prime due repubbliche sono di nuovo in business. Tutto questo perchè il provetto apparato ex-Pci ha saputo portare ai gazebo 3,1 milioni di democratici. Un po’ meno delle vaste masse che insediarono Veltroni e Prodi, ma in effetti tanti di più dei quattro gatti che si potevano ipotizzare nel semestre che gli italiani credettero di ballare.
Opporrete, giustamente: i tecnici a palazzo Chigi hanno deluso. Nessun taglio ai costi della politica, delle Istituzioni (cominciando dal Colle), dell’alta burocrazia, del ‘military-industrial complex’, delle operazioni nel mondo al servizio gratuito di Panetta. Monti non ha mantenuto la promessa dell’equità (equo sarebbe stato colpire gli alti redditi, non i bilocali più servizi). Monti non ha abbattuto alcun muro della partitocrazia, la quale è ladra anche quando non viola apertamente il Codice (ha occupato tutto e trattenuto troppo per sé). In una parola, Monti non ci ha liberato dagli oligarchi. La fine dell’allegria dell’inverno scorso si capisce: ma come fanno gli opinion makers a dimenticare le angosce di poco fa? Stiamo come stavamo sotto Berlusconi e predecessori. Mettiamo Monti a capo dello Stato -per scongiurare l’arrivo di un altro orbace di partito- ma non facciamoci più illusioni. Al suo avvento lo mettemmo per iscritto: senza pieni poteri Monti sarà sprecato.
Conclusione. Come la vediamo noi, il sistema politico italiano è un malato terminale. La débacle economica potrà anche essere rinviata. Quella politica no, se basta una primaria a galvanizzare i media e il Palazzo. I media sono talmente affiliati all’oligarchia che poco male se venissero chiusi; le primavere arabe vinsero senza giornali e tv amiche. E’ certo però che le nostre piazze non faranno primavera. Occorreranno menti e mani più forti delle piazze malcontente. Menti e mani come quelle degli ufficiali portoghesi, che il 25 aprile 1974 si impadronirono dello Stato a fin di bene.
Catilina