IL FUTURO E’ DI UN NUOVO ETHOS

“Non si avverte il bisogno di un nuovo partito cattolico. Viceversa di una nuova voce cristiana, dunque anche cattolica, di un’iniziativa politica alta che rechi il segno di quell’ispirazione, l’Italia ha sicuramente bisogno. Oggi davanti alla Repubblica sta una difficile via modellata su un abito nuovo di serietà e di sobrietà: una via fatta anche di spirito di sacrificio, di rinunce a traguardi che sembravano acquisiti per sempre. Sarebbe davvero singolare che l’ethos cristiano -ma vorrei dire religioso in genere-, che a dispetto di ogni secolarizzazione permea ancora di sé vaste masse di italiani, restasse estraneo proprio rispetto a questa sfida”.

Dice giusto E.Galli della Loggia (Corriere, “L’irrilevanza dei cattolici- Il vuoto tra società e politica”). Però non dice giusto quando si chiede se l’Udc è o no un partito cattolico.. Domanda oziosa, l’Udc essendo il cascame di una formazione intimamente non cattolica quali la Dc fu. Infatti finì nel disonore di Mani Pulite, dopo avere per poco meno di mezzo secolo capeggiato una gestione prevalentemente cleptocratica. Domanda fuorviante dunque. Tanto più in quanto Galli della Loggia addita quello che dovrebbe essere il significato non tanto di un partito confessionale ma di “un grande spazio, vitalmente necessario, di mobilitazione, di ricerca, di analisi, di proposte che è fuori della politica”. Attendersi questa “mobilitazione eccetera, fuori della politica” da alcuna masnada di politicanti Udc o da un’ipotetica nuova schiera col segno della croce è sorprendentemente ingenuo. GdL ha l’aria di trascurare un’esperienza storica che risale al patto Gentiloni e poi a don Sturzo: nulla possono o sanno fare i notabili cattolici se non è il vertice della Chiesa, il papa, a cambiare; oppure una grande mente cristiana a compiere opere prodigiose.

Il papa, buono o cattivo che sia, ha il prestigio del monarca. Un grande cristiano avrà il carisma del genio e della vera fede. I politici alla Gentiloni, alla De Gasperi, alla Casini o alla qualsiasi capopartito che possa sorgere, non sono né monarchi né riformatori. Ma ha ragione GdL: “L’ethos religioso permea ancora vaste masse”. Anzi: è tale la desolazione del campo ideologico planetario -a liberalismo, marxismo e illuminismo laicista morti o morenti- che l’ethos religioso campeggerà di nuovo. Per parlare più chiaro: se comparisse o un papa rivoluzionario, o una grande guida religiosa come Lutero o come Maometto, Zarathustra e Buddha, egli trionferebbe, conduttore di una svolta epocale. Nel confronto coi maggiori governanti del mondo, questo papa rivoluzionario o questa grande mente religiosa risulterebbe la guida dei nuovi tempi. La novità di un pontefice di rottura o di un creatore di valori etici nuovi sarebbe talmente sensazionale che ne sarebbero folgorati anche gli agnostici e gli atei, oggi smarrite pecore senza pastore, oppure adoratori di feticci degradanti: consumismo, edonismo, carrierismo e il resto.

Allora non di questo o quel notabile cattolico, aggregatore di prof.avv., sindacalisti e banchieri clericali c’è bisogno, ma di un uomo eccezionale che compia opere straordinarie. Se papa, che abbandoni Roma per un convento di montagna, dichiari finita la continuità bimillenaria e la Chiesa temporale, sciolga la Curia dei cardinali e dei prelati, e riscopra il grande dimenticato, il Vangelo. Se non sarà un pontefice ma una grande anima religiosa, non è detto debba essere cattolica: anche protestante, musulmana, buddhista o di altro credo genuino. Lo Spirito soffia dove vuole.

L’Ussita