Non le tribolazioni e i rimorsi della storia cattolica, e nemmeno gli scandali dei nostri giorni, ma una visione di futura grandezza muoverà un papa rivoluzionario a ripudiare il passato, a smantellare la Curia, ad abbandonare Roma col suo retaggio, ad aprire un nuovo millennio cristiano e, più ancora, a guidare la rigenerazione di una modernità che non è amica dell’uomo. Pensieri come questi possono suonare farneticanti. Ma si rifletta, fuori degli schemi tradizionali. Cinquecento anni dopo la rivolta luterana la Chiesa cattolica è di nuovo sulla soglia delle scelte fatali. E’ stata un organismo prodigiosamente, animalescamente vitale: nessun impero lo è stato altrettanto. Ma un destino di decadenza è segnato: non reagire sarebbe certezza della fine. Reagire comporterà il coraggio di cambiare “tutto”, non di emendare questo o quell’errore. Si tratta di non perire.
In più c’è la crisi sempre più buia del contesto cui la Chiesa appartiene, il mondo moderno egemonizzato dal mercato. Sono nel marasma i grandi antagonisti del cristianesimo: il marxismo morto, il capitalismo minacciato. In Occidente va aprendosi un vuoto immenso. L’Islam è di nuovo in cammino, ma non gli sarà facile annettersi i territori culturali e umani che ripudieranno la continuità. Il campo laicista, sia liberale sia sinistrista, non ha più niente da proporre dopo tre secoli di conati dell’Illuminismo e del socialismo. La deificazione della modernità consumistico-edonistica è uno spasimo estremo che ricorda Giuliano l’Apostata. In questo nuovo crepuscolo dell’Occidente il solo antagonista del cristianesimo è l’Islam (che in verità non è un vero nemico).
I valori e i progetti laicisti vanno verso l’irrilevanza e la paralisi. Le grandi religioni dell’Asia non danno segni di risorgenza vicina. Le fedi cristiane protestanti sono state la verità e la via cinquecento anni fa; oggi mancano di massa critica, di vocazione centralizzatrice, di spirito di conquista. La Chiesa cattolica, nonostante tutto, è una bestia immane, un potenziale possente. Un papa, o un grande capo religioso, che abbia tempra di abbattere e di riedificare, risulterà by default ‘il’ protagonista. Le sue schiere resteranno padrone del campo. Questo leader dell’unica grande forza organizzata dell’Occidente si imporrà come nuovo Carlo Magno, anzi come nuovo Maometto, per il solo fatto di tramortire con atti di rottura temeraria. Se sarà papa, o un cristiano veramente grande; se abbandonerà Roma come caput Ecclesiae; se scioglierà la Curia e manderà nelle diocesi e nelle parrocchie i prelati (cominciando da quelli italiani); se metterà la sua sede in un monastero tra i boschi; se annuncerà un migliore e più alto umanesimo; se aggredirà implacabilmente incrostazioni e degenerazioni, il movimento neo-religioso e spiritualista sarà impetuoso. Questa sua rivoluzione farà di lui la guida dell’Occidente intero, credenti e soprattutto non credenti, nella lunga marcia verso la rigenerazione.
La società occidentale è un gregge senza pastore: un distruttore della Chiesa vecchia risulterebbe tale pastore, capace di condurre il gregge -la nostra civiltà- verso pascoli nuovi e lontani. L’Occidente tutto ha altrettanto bisogno di palingenesi quanto il cattolicesimo. L’idolatria del denaro e dei consumi; l’edonismo; i feticci quali gli sport, la moda, la carriera, il successo; i cancri della corruzione e dell’ingiustizia stanno consegnando il mondo all’irrazionale e all’inumano. La modernità, contro tutte le apparenze, ha fame di valori generali nuovi: fondarli esige una mente a misura di molti secoli. Il distruttore/ricostruttore del cattolicesimo sarebbe guida anche per i non credenti.
Sarebbe il nuovo Maometto, autore di un miracolo quale fu l’esplosione della grandezza araba nel secolo VII. Maometto non condusse spedizioni di conquista, non vinse le grandi battaglie che dettero alle tribù arabe un impero pari a quello di Roma. Invece creò lo spirito che fece i credenti invincibili. Altri, cominciando da Omar il secondo califfo, conseguirono le vittorie e le conquiste. Il Profeta creò l’uomo nuovo, il musulmano. Migliorare la civiltà occidentale è l’opera che attende un grande cristiano rivoluzionario. Sarà più forte se sarà papa.
l’Ussita