La storia conosce sia i movimenti grandi che fallirono dopo aver prodotto aberrazioni e fosche tragedie (nazismo comunismo eccetera), sia i movimenti piccoli che fallirono senza aver fatto il male dei primi, epperò seminando il futuro. Tra questi ultimi meritano ricordo e riconoscenza i Levellers, che tentarono la sorte in Inghilterra verso il 1647, in quella guerra civile chiamata Rivoluzione inglese che mise a morte Carlo I e dette il trionfo a Olivier Cromwell. Con la clemenza che gli era propria il futuro Lord Protettore, momentaneo sostituto di un re Stuart, non fece fatica a liquidare i Levellers con un controllato impiego del plotone d’esecuzione.
Ma il nome dei Levellers era fatidico. Senza il menomo successo tentarono di propugnare il livellamento dei ceti, la riduzione delle ineguaglianze sociali. Furono schiacciati come moscerini fastidiosi, ma di loro avrebbe bisogno il mondo d’oggi devastato dall’ipertrofia del capitalismo e dai mali collegati. Sono finiti nel disonore i conati dell’alternativa comunista: tutti, salvo il grottesco ‘comunismo’ cinese, che garantisce la prosperità solo agli oligarchi e agli ottimati che facciano bene il loro mestiere depredatorio.
In piedi non restano che le proposte dei profeti disarmati, dei pensatori miti, dei tanti che furono scherniti dai faziosi e dagli intransigenti pseudovittoriosi: calvinisti, gesuiti, illuministi rampanti, rivoluzionari borghesi e rivoluzionari marxisti, tutti operatori del nulla di buono. Non restano che gli idealisti di un neocollettivismo amico dell’uomo. Non restano che i comunitaristi cristiani, musulmani e di altri credi, e più ancora quelli della carità, gli operatori del volontariato, gli impotenti di fronte alle cose grandi che agiscono nelle cose minime e terribilmente umane. Non restano che gli equivalenti dei Levellers, illusi e facili da neutralizzare, eppure…
Il fatto è che i vittoriosi, i padroneggiatori della realtà, i maneggiatori dell’efficienza, i detentori del potere e dei capitali, gli edificatori dei centomila grattacieli del pianeta, hanno messo insieme un mondo moderno sostanzialmente depravato. Una società non povera di conseguimenti e di vanti, ma ingiusta all’estremo anche dove attraverso il Welfare tratta con riguardo i grandi numeri. Infatti a ciascun progresso dell’economia e dello stesso Welfare si accompagna, per norma categorica, l’allargamento dei divari sociali.
Ma oggi i Levellers non auspicherebbero la barca per tutti. Non si sognerebbero di propugnare il livellamento a quota alta, i tenori di vita agiati di massa. Il presupposto, anche per i Levellers, sarebbe l’opposto delle ‘rising expectations’. Sarebbe il quasi-ripudio del denaro, il ‘lowering of expectations’, l’accettazione di qualche arretramento, il ritorno alle ristrettezze e alla parsimonia scelta e non necessariamente subita. I Nuovi Levellers toglierebbero molto ai ricchi per garantire il pane a tutti, anzi poco alla volta abolirebbero i ricchi. Però negherebbero simpatia ai giovani che aspirano alla ricchezza, alle gratificazioni degli sport, ai meretrici della moda. Toglierebbero lustro e legittimità al benessere. I Livellatori sarebbero in realtà Capovolgitori di valori e di modelli.
l’Ussita