Premessa. Obama si era fatto eleggere come un mezzo uomo di pace, dopo le furie guerresche di Bush&Cheney; poi ha scatenato il surge e soprattutto, senza farsi turbare dai costi in vite afghane e pakistane, ha moltiplicato i lanci di drones. Ancora una volta si confermano inattendibili le promesse elettorali degli aspiranti alla Casa Bianca. Nella campagna del 1940 Franklin Delano Roosevelt si impegnò con gli americani “non manderò a combattere i vostri figli”, nei giorni stessi in cui saldava le intese di collaborazione bellica con Winston Churchill, e in cui metteva a punto gli ultimatum e gli embargo contro il Giappone che tutti sapevano avrebbero reso certa la guerra. Perciò impegnarsi un granché a seguire le campagne per la Casa Bianca è fatica sprecata. Chi non si è impegnato come chi scrive non sa se Mitt Romney ha una vera chance d’essere eletto. Ma se la avesse, che dovremmo attenderci?
“I want to make everybody richer. I don’t want to make the few rich poorer and make everyone else poorer at the same time”. A chi pensi l’esatto contrario, non solo quanto al trattamento dei troppo ricchi, anche alla seduzione degli everybody con la prospettiva della ricchezza, uno statement come questo dovrebbe fare di Romney l’Orco assoluto. E invece, attardandosi un poco sul Romney-pensiero, si ricavano elementi per restare abbastanza distaccati, per non fare un dramma per un’eventuale vittoria del Ricco che vuole fare ricchi tutti. Mitt non è l’Orco assoluto. E’ un average hopeful, bugiardo quanto basta ma nemmeno troppo. Infatti su questo o quel punto altri concorrenti alla candidatura repubblicana sono più duri del Nostro. Dopo tutto fece per 30 mesi il missionario-attivista mormone in Europa; non dovrebbe comportarsi in modi efferati. Nato nel 1947, figlio di un governatore, ha governato il Massachusetts e ha presieduto l’organizzazione delle Olimpiadi d’inverno a Salt Lake City 2002. Come finanziere ha avuto molto successo.
“I want to makeAmericathe most attractive place in the world for enterprise” è il progetto di Romney, laddove “the business leaders I talk to feel they are being attacked by their own President”. Secondo il Nostro gli attacchi consistono nelle tasse e nelle politiche regolatorie di Washington. La minaccia più grave alla prosperità americana non viene per il Nostro dall’indebitamento, dall’ascesa della Cina, dalla crisi immobiliare, dalle spese folli del Welfare europeo, Viene da “a government that is overbearing, intrusive and demanding”. Questo Stato federale non è dannoso solo in quanto gestito dal welfarista e spendaccione Obama: per esempio Mitt denuncia una legge non amica delle corporations che reca la firma del presidente G.A.Bush, legge che “incentiva le aziende ad espatriare”.
Tra i programmi parasocialisti che il ricco mormone, brillantemente laureato a Harvard, combatterà se eletto c’è naturalmente Obamacare, che allarga alquanto la copertura sanitaria della popolazione; inoltre eliminerà gli ostacoli alle ricerche di idrocarburi. Le tasse sì, cercherà di abbassarle a favore degli alti redditi che a suo parere alimentano gli investimenti produttivi, ma più in là, non subito come promettono altri candidati repubblicani. Romney sottolinea che vuole lavoorare a favore della classe media, non del top 1%. Precisa che i divari tra i redditi non lo turbano; invece vuole arricchire i meno ricchi. “I don’t want to make the few rich poorer”. Non nega che le aliquote attuali favoriscono la fascia alta: con Bush l’aliquota massima, che nella fase 1950-63 aveva superato il 90%, scese al 35%.
Commento di un giornale statunitense: “Romney was a stellar operator as head of the Salt Lake City Olympics. But if he wins, he’ll face a painful lesson: there is no substituting for demand. You can take the shackles off of businesses. But if they can’t sell the stuff, why should they produce any more or hire anybody? Presidents can’t make businesses sell or customers buy”. Se lezioni del genere saranno abbastanza perentorie, l’ipotetico presidente Romney accantonerà i propositi più ambiziosi e governerà più o meno come gli altri, Obama incluso. Difficilmente il ricco Mormone farà l’Orco vero.
Jone