Nella misura in cui la presidenza Sarkozy è stata un’offensiva mercatista/capitalista, Hollande ha qualcosa -non gran cosa- da offrire alla Francia. Però Sarkò non è stato abbastanza offensivo, non abbastanza protervio del capitale e del mercato. Neanche Berlusconi si caratterizzò nel senso delle idee, in compenso compì tali misfatti e mancò tante occasioni che tutto risultò meglio di lui. In Francia un retaggio stomachevole come quello di Arcore è impensabile. Si torna allora alla domanda: che offre Hollande? La sua carriera è povera di insegnamenti e di testimonianze, al di là di un’evidente decency. Ha minacciato di appesantire il prelievo sui ricchi; ma pochi si attendono che lo faccia davvero.
In mancanza di un ‘passato di Hollande’ si usa riandare a Mitterrand. E’ un riferimento un po’ così. Mitterrand è stato l’unico presidente sinistreggiante della Quinta Repubblica, ma non ha deviato la storia nel senso sospirato dalla Gauche. Poté prendere certe iniziative e atteggiamenti in quanto egli prolungava gli anni Trenta. Fu persino giovane commissario per i combattenti del 1940 prigionieri della Wehrmacht. Hollande, fiorito pochi mesi fa, si misura coi temi di settantadue anni dopo, non risulta avere riproposto concetti degli anni Trenta.
Naturalmente il giornalismo ad effetto non ha interesse a rimarcare le differenze tra l’oggi e il 1981, quando Mitterrand riuscì ad atteggiarsi nei modi antichi, e a vincere. Insediatosi all’Eliseo fece un po’ di spavento alle Duecento Famiglie che possedevano la Francia. Però col tempo le Duecento si acconciarono a piccoli sacrifici. Non voltarono le spalle all’Esagono glorioso. Poche settimane fa un capofila del padronato, Serge Dassault editore del Figaro e capo del grande gruppo aeronautico che porta il suo nome (fabbrica i Mirage e i Rafale) ha sentenziato minaccioso “Gli imprenditori che non hanno già abbandonato la Francia per colpa della patrimoniale lo faranno grazie a Hollande. I ricchi danno lavoro, meglio tenerseli. I poveri non creano occupazione”. Peraltro Bernard Arnoult, l’uomo più ricco di Francia, forse d’Europa, in quanto numero Uno del colosso del lusso LVMH, non accenna a fare come nel 1981, quando si rifugiò fisicamente in Florida e ci restò tre anni, tempo per Mitterrand di mitigare i progetti anni Trenta.
Anche la Francia, come l’Italia e l’Occidente intero, avrebbe bisogno di un lavacro, di una palingenesi mossa dagli ideali di una realistica socialità. Ma né Hollande. né alcun Bersani sono credibili come rigeneratori di ideali. La partecipazione al potere, il condominio col denaro a tutti i livelli, gli insegnamenti stessi della modernità inducono i francesi come gli italiani come gli altri a non curarsi degli allineamenti ideologici. Sarebbe diverso se Hollande Bersani eccetera potessero addurre esperienze concrete, fatti. Non possono. Possono vincere delle elezioni, poi le cose che contano restano uguali.
A sentire Serge Dassault, il consorte di Carlà ha già imposto una patrimoniale “che ha fatto fuggire gli imprenditori”. Chi si sente di dare per certo che Hollande farà più del consorte di Carlà? Dire ‘qualcosa di sinistra’ è alla portata di tutti. Attuarlo, di quasi nessuno.
Porfirio