La ripresa, chi ci crede? Non Corrado Passera, ministro ‘della ripresa’ appunto, che in questo governo dovrebbe essere l’uomo forte, ben più decisivo della Semiriformatrice del lavoro. Il paese tirerà avanti anche senza ripresa. Però Monti non potrà sottrarsi a imperativi aspri: il primo, pagare un assegno di sussistenza a vari milioni di persone in più: probabilmente 6 milioni. Aumenteranno i disoccupati, gli esodati, i giovani non più parcheggiabili agli studi. L’emergenza sociale si aggraverà, assai più dura dell’antiquata questione art.18. Si imporranno provvedimenti da stato di guerra.
Sarà obbligatorio dimezzare la spesa attuale, per creare spesa nuova. Le misure dovranno essere straordinarie, incompatibili con gli ordinamenti, con la continuità, con le prassi, con questo o quel diritto -proprietà e assetti tradizionali compresi. La tassazione degli alti redditi e dei grandi patrimoni andrà inasprita. Sorgeranno problemi insolubili con le bande del Mob (v. in Internauta “Il Mob dal Protezionismo al partitismo”) che sostiene/ricatta il governo. Quest’ultimo dovrà fare a meno della patente di legalità se vorrà affrontare le sfide della depressione.
Intanto si dovranno vendere quanti più asset superflui possibile. Gli immobili e le grandi partecipazioni sono rimasti esclusi dai piani di finanza straordinaria; ma si è sbagliato. I famosi gioielli di famiglia vanno messi all’asta. Sarebbe doveroso cominciare dal Quirinale, la cui dotazione annua (230 milioni) è delittuosa, e che dovrebbe mettere sul lastrico -con sussidio alimentare uguale per tutti- un buon 1.000 dipendenti. Occorrerebbe mettere in vendita centinaia di altri edifici dalle Alpi al Lilibeo che servono solo al ‘prestigio’: le ambasciate di maggiore pregio immobiliare per esempio. Ma vendere il Quirinale e chiudere le ambasciate, ignorando il raccapriccio dei benpensanti, implica una forma mentis rivoluzionaria che per ora non esiste. E non c’è tempo per farla sorgere: i sussidi contro la miseria e le misure di salute pubblica devono essere immediati.
Chiuse subito le operazioni militari all’estero, andrebbero fermati all’istante tutti gli acquisti della Difesa, accettando di pagare in parte le previste penalità. ‘In parte’ in quanto gli investimenti bellici sono in genere dovuti ad obblighi diplomatici cui è giusto e facile venir meno. La Nato e il Pentagono non possono né pignorarci, né minacciare spedizioni punitive (Somalia, Iraq e Afghanistan hanno chiarito che non ne sarebbero nemmeno capaci). Sono passati i tempi quando si teneva fede ai trattati stipulati dalle feluche o, peggio, da politici bellicisti alla Salandra Sonnino Mussolini Prodi D’Alema. Quei trattati denunciamoli. Usciamo dalla Nato. Scordiamoci di esportare nel mondo libertà-democrazia-diritti delle donne e dei diversi.
Non solo non comprare più armi, ma vendere quelle che abbiamo e per le quali esista un mercato: cacciabombardieri, fregate, sommergibili, corazzati. I compratori si trovino tra gli Stati straccioni testé acceduti alla sovranità. Vendiamo loro, o ai giganti asiatici, tutte le possibili Finmeccaniche che producono armi. Il Pil crollerà, così come si infiacchirà per i brutti colpi al consumismo, alla moda, agli sport commerciali. Di conseguenza dovremo aprire mense e ostelli popolari. A farla breve: ripudiare le categorie del benessere e dello sviluppo permanente, passare a quelle della solidarietà austera e sempre più nemica delle ingiustizie.
Monti dovrebbe cancellare subito e in toto il finanziamento dei partiti (chiamato ‘rimborsi’), i contributi all’editoria, l’autonomia finanziaria di regioni come la Sicilia. Non riuscendo ad abolire il finanziamento, dovrebbe abolire i partiti. Dovrebbe sventrare centinaia di bilanci (Parlamento, altre Istituzioni spocchiose e largamente superflue), Dovrebbe licenziare in grande. Le destinazioni della spesa siano rivoluzionate, perché nessuna famiglia conosca la fame. Le situazioni umane dolorose sono le sole che meritano incrementi. Le chiusure e i fallimenti industriali non potranno essere scongiurati dall’assistenzialismo. E’ la povertà estrema delle famiglie che la collettività dovrà contrastare con esborsi straordinari e automatici. Il pane va garantito a tutti, e così pure un tetto (non la villetta né la proprietà in condominio). Le dislocazioni sociali saranno gravi e i modi di vita cambieranno.
Monti non opponga che c’è la Costituzione e c’è il Parlamento (cioè i partiti ladri) da rispettare. I barbari sono alle porte, non è tempo di normalità. La stretta legalità fa il gioco del Mob delinquenziale. Monti sospenda la Costituzione, il Parlamento e molto altro.
Il Paese sarà entusiasta.
A.M.C.