COME FARE SOLDI DALL’ARIA DISINQUINANDOLA

La rivista ‘Fortune’ ha illustrato un servizio “The Business of Cooling the Planet” con il rendering del progetto dell’americana Carbon Engineering: un impianto mammut di circa 150 ventilatori, ciascuno del diametro sui 7 metri, che assorbirebbe C02 dall’atmosfera e rilascerebbe aria purificata dell’anidride carbonica (recuperata come prodotto commerciale). E’ una delle molte avventure scientifico-industriali concepite, in qualche caso avviate sperimentalmente, per ‘raffreddare il pianeta’ e al tempo stesso dar vita a un business forse colossale. Un altro di tali progetti americani, della Intellectual Ventures, prevede una ‘canna’ lunga 28 km, sorretta da palloni frenati, che diffonda minuscole particelle capaci di bloccare in parte i raggi solari. In questo come in altri studi l’obiettivo prioritario è di abbassare il riscaldamento di (parti del) pianeta, dunque di controllare il cambiamento climatico.

Tra i finanziatori dei progetti è Bill Gates, il padrone di Microsoft, che ha già versato $4.6 milioni alla Intellectual Ventures guidata dagli scienziati David Keith dell’univ. di Calgary (Alberta) e Ken Caldeira della Carnegie Institution. Gates ha perfino cofirmato la domanda di brevetto per una tecnologia che riduca sugli oceani la forza -che il riscaldamento terrestre sembra moltiplicare- degli uragani. Gates si appassiona anche di progetti più promettenti di risultati immediati: citiamo quello per migliorare la salute delle popolazioni più povere del mondo. Non mancano le ipotesi francamente inverosimili: sempre secondo ‘Fortune’, qualcuno vagheggia esplosioni nucleari sulla Luna per modificarne l’orbita, col risultato di bloccare più raggi del Sole.

Estrarre anidride carbonica dall’aria mediante impianti colossali appare ipotesi non bizzarra. Oltre a Bill Gates danno sostegno concreto altri miliardari: N.Murray Edwards della Canadian National Resources (estrae petrolio dagli scisti bituminosi dell’Alberta), Edgar Bronfman (Warner Music, Seagram), sir Richard Branson (Virgin), l’ex -vicepresidente Al Gore, Gary Comer (Lands’ End). Quest’ultimo ha fatto in tempo, prima di morire nel 2006, a donare 60 o più milioni alla ricerca climatica. Era stato colpito cinque anni prima dall’aver potuto fare col suo yacht il Passaggio a Nord Ovest, un tempo chiuso dai ghiacci. Con l’occasione va sottolineata, come raro lineamento di superiorità dell’America, la secolare tradizione filantropica dei grandi ricchi, tradizione dalle nostre parti inconcepibile. Anche se a volte i grandi ricchi d’oltre oceano non trascurano le possibili ricadute economiche della munificenza.

Infatti il byproduct di combattere il riscaldamento terrestre sarebbe, in caso di successo, un business mastodontico. Il CO2 ha già un valore commerciale. Combinato coll’ossigeno e col calore produrrebbe idrocarburi. Le relative tecnologie esistono. La condizione è che il costo di estrarre CO2 dall’aria sia inferiore a $50/tonn. Tra gli impieghi dell’anidride carbonica ci sarebbero l’estrazione di greggio e di gas naturale dal sottosuolo e la produzione di combustibili, anche sfruttando certe straordinarie caratteristiche delle alghe. Ora come ora l’anidride carbonica è pagata, secondo le distanze ed altri fattori, da $20 a 200 la tonnellata. Nei sommergibili e nei veicoli spaziali l’anidride carbonica viene rimossa dall’aria utilizzando la lisciva ottenuta dalla cenere di legno, un tempo largamente usata per lavare e produrre sapone.

L’industria petrolifera è al momento forte utilizzatrice di CO2, usato per recuperare volumi di greggio dispersi nei giacimenti. ‘Fortune’ riferisce una stima del governo statunitense secondo cui quest’ultimo impiego dell’anidride carbonica aggiungerebbe alle “Recoverable Oil Resources” statunitensi una novantina di miliardi di barili, un quarto delle riserve accertate attuali. In effetti le compagnie petrolifere conducono un centinaio di progetti in questo senso, e comprano C02 via pipeline. Tra altre ipotesi serie c’è, secondo gli scienziati Eisenberger e Chichilniski la produzione di benzina e gasolio grazie a un innovativo processo che abbasserebbe il costo dell’idrogeno ottenuto dall’acqua. L’idrogeno, combinato con CO2 da aria e riscaldato da energia solare, produrrebbe carburanti.

JJJ