SILVIO AL QUIRINALE: PERCHE’ NON STRAUSS-KAHN?

Guzzanti sul Giornale, G.Ferrara sul Foglio hanno infierito il 27 febbraio sulla Patria infelice: il primo riprospettando Berlusconi al Quirinale (però male dissimulando qualche raccapriccio); il secondo sghignazzando contro la morale comune -dunque vostra e mia- e inneggiando a una sua lettura spermatico-calcistica del superumanismo nietzschiano. Allora va detto chiaro e tondo: una repubblica che eleggesse a suo monarca settennale il Lubrico da Arcore non meriterebbe di sopravvivere. L’emigrazione in massa degli italiani essendo impossibile, e comunque troppo comoda per il Foglio e la Minetti, non resterebbe che invocare il colpo di stato, demolitore di queste pessime tra le istituzioni.

Piuttosto i colonnelli alla Ataturk o alla Nasser che il trionfo della sozzura. Sozzura del Personaggio, sozzura dei suoi guardiaspalle ed apologeti. Squallore dei suoi elettori, più spesso che no muniti di estratto conto invece che di anima. Che poi: per estremizzare ribadisco ‘piuttosto i colonnelli’. Ma non che i colonnelli alla Ataturk o alla Nasser non abbiano svecchiato e complessivamente migliorato le situazioni in cui agirono.

Direte: il malaugurio di Guzzanti e la sguaiata soddisfazione del Foglio per il trionfo della prescrizione e della pornocrazia sono segni di dissesto mentale. Direte: non è reale il pericolo di un’elevazione dello statista da Arcore a Camere riunite; che la riconferma dell’Inquilino attuale sarebbe più forte; che la candidatura di Monti sarebbe fortissima e invincibile: Tutto ciò è vero. Però la gentaglia delle Camere e dei partiti sarebbe capace di qualsiasi abiezione.

Non resta che l’ottimismo della volontà. Lo scempio minacciato da Guzzanti (Ferrara la mette più sul sollazzo) non ci sarà. Troppo stomachevole, troppo contro natura, troppo meritevole del Putsch militare. E’ vero, nel passato il Quirinale non è stato un palladio di valori. I papi lo costruirono col denaro più sporco. Un monarca sabaudo, figlio degenere del Padre della Patria, ne confermò la malareputazione spendendo in cavalli e in cannoni più che per tutti i poveri del Regno; uno dei suoi successori repubblicani, un gazzellide, peggiorò il costume quirinalizio, in modi senza dubbio meno lerci rispetto a quelli riferibili al Pornosuperuomo di G.Ferrara.

Ottimismo della volontà dunque: Silvio col triregno dei papi e la corona sabauda è un incubo da maladigestione. Lo Stivale ha avuto le sue scalogne, ma da questa si salverà.

A.M.Calderazzi