Giusta nella sostanza, piuttosto comica nelle parole adoperate, l’affermazione di François Hollande, candidato all’Eliseo: “mon adversaire, c’est la finance”. Alquanto più comica la spiegazione: “Je suis indigné de voir que dans cette crise les marchés pèsent plus que la démocratie”. Comica all’estremo, al punto da elettrizzare gli ormoni meglio che il Fernandel dei tempi migliori, la denuncia finale: “Les politiques ne parviennent pas à dominer les marchés!”.
Che diamine, gli omuncoli delle Borse e dei Boards sarebbero più potenti que les politiques, ciascuno dei quali sa tendere l’arco meglio di Odisseo; domare puledri selvaggi; manovrare corpi d’armata come Gebhard Bluecher principe di Wahlstadt, quello che decise la giornata di Waterloo; creare imperi finanziari come J.D.Rockefeller e Steve Jobs! Quanto triste la decadenza des politiques, che un tempo competevano coll’Onnipotente alla pari, abbattevano con semplici trombe le mura di Gerico!
Ma il godurio di leggere certe cronache della campagna presidenziale di Francia non aveva ancora conosciuto l’adrenalina/cocaina Stéphane Hessel. E’ l’autore del best-seller “Indignez-vous”, oltre 4 milioni di copie, traduzioni in 30 lingue, un sisma dunque che farà tremare più di un continente, e dopo il quale nulla sarà più come prima. Un brillante pamphlettista? No: “Un grand homme…il encarne un passé glorieux, il a connu De Gaulle e Pierre Mendès France, il est devenu l’un des prophètes mondiaux de la révolte contre la dictature des marchés. Ha militato nella Resistenza. Diplomatico, ha contribuito a redigere la Dichiarazione dei Diritti dell’uomo. Sogna da 56 anni l’istituzione del Consiglio nazionale della Resistenza”.
Il successo di “Indignez-vous” farebbe contorcere di invidia Thomas Mann, Ernest Hemingway e il più venduto dei giallisti da supermarket. Invece non sembra un granché di passato il curriculum diplomatico di Hessel, visto che solo esigue minoranze si curano della Dichiarazione dei Diritti dell’uomo.
Parliamo di Stéphane Hessel perché ‘Nouvel Observateur’ ha organizzato un incontro a Nantes tra lui e Hollande. Il noto settimanale parigino ci è parso divertirsi a riferire che il primo ha spronato il circospetto secondo “à etre radical dans les propositions”, ha paragonato Hollande a De Gaulle e a Mendès France, lo ha invitato a collocarsi ai livelli alti della storia contemporanea (“Sois comme Franklin Roosevelt!”). Soprattutto Hessel ha sbalordito il globo terracqueo quando ha intimato a Hollande di farsi “l’homme de la reparlementisation de la République”.
Quando si dice gettare il cuore al di là dell’ostacolo! In Italia il parlamentarismo ha raggiunto il nadir assoluto: quasi nessuno, nemmeno i leggendari commessi e stenografi della Camera, pagati più di numerosi cardiochirurghi, dà all’istituzione parlamentare un voto superiore alla bocciatura. Ma l’Italia passi, non è stata devastata solo dal Parlamento, anche da tutte le altre istanze spadroneggiate dai politici a vita. Ma la Francia, la Francia ha visto ammazzate dal parlamentarismo ben due sue Repubbliche, la Terza (uccisa in pochi giorni del 1940 dai feldmarescialli Rundstedt e Bock) e la Quarta, liquidata da De Gaulle nel 1958 quando già agonizzava ad opera del parlamento.
Quanto irresistibile sia la valenza comica della ‘reparlementarisation’ lo fa risultare ‘Nouvel Observateur’ pubblicando il dialogo di Nantes, con le reazioni dei lettori. Ne riferiamo alcune. Prima però rimediamo a una nostra dimenticanza, non avevamo messo nel giusto rilievo la data di nascita di Stéphane Hessel: 1917. I lettori di Nouv/Obs non indulgono:
Quelle age avez-vous? Bon, je vous pardonne.
Si può essere al tempo stesso Resistente e senile.
Mon pauvre vieux, tu a du comme Obelix tomber dans le chaudron.
Hessel est débile avant d’etre sénile. Seul les gens de petite condition intellectuelle peuvent trouver dans ce gugus un semblant d’intéret.
Hessel si è ridotto come Buffalo Bill che girava le fiere e i Luna park a sparare a sagome di pellirosse, solo che quelle di Hessel sono di plastica e rappresentano les Allemands.
Brutta cosa perdere neuroni.
Non voglio diventare così vecchio.
Sghignazzare sulla vecchiaia potrebbe non essere la cosa giusta. Lo è farlo sulla mitizzazione di alcuni momenti della storia nazionale, la Resistenza, il ‘trionfo’ a Versailles sulla Germania (pagato carissimo 21 anni dopo), la presa della Bastiglia, eccetera. L’accanimento antitedesco si può capire in Hessel, nato a Berlino figlio di un ebreo. Ma se si invoca il ritorno a un parlamentarismo disastroso, perché non riproporre la Comune parigina, la guerra ai successori di Bismarck per l’affronto del telegramma di Ems, il rilancio delle campagne di conquista del Roi Soleil (il quale alla fine dovette implorare la pace, e per ottenerla mollare le conquiste)?
Porfirio