DUE DIAGNOSI MEDICHE A TERAPIE ZERO

Per E.Galli della Loggia c’è di peggio della Casta: è la Supercasta degli alti burocrati costituiti in oligarchia. Può meravigliare che i capibanda della politica e dell’economia non risultino a GdL parte dell’oligarchia. Ma lasciamo stare le collocazioni nominalistiche e per seguire il ragionamento del professore ne trascriviamo, qui e lì abbreviate, le formulazioni principali.

Esordisce, sul ‘Corriere’: “non è vero che il contrario della democrazia sia necessariamente la dittatura. C’è almeno un altro regime, l’oligarchia. In Italia abbiamo una forma intermedia: dietro le quinte delle istituzioni democratiche, e sottratti ad ogni controllo reale, un ceto di oligarchi compiono scelte decisive, governano settori cruciali, gestiscono quote enormi di risorse e potere, spesso sono tentati di abusarne a fini personali. Costituiscono un vero e proprio governo-ombra. Sono contigui alla politica, disponibili alle sue esigenze. Sono intrinseci agli ambienti e agli interessi implicati nei settori che gestiscono. Una volta in carriera gli oligarchi si svincolano dalla diretta protezione politica e costruiscono rapidamente un potere personale. Sono inamovibili, costruiscono reti di relazioni e complicità, sommano incarichi plurimi, attraverso doppi e tripli stipendi e prebende varie realizzano redditi più  che pingui, fruiscono di case, privilegi, vacanze, stili di vita da piccoli nababbi. Se i politici sono la casta, questa oligarchia è la supercasta. Prospera obbedendo alla prima ma facendo soprattutto gli affari propri”.

Patologie e degenerazioni gravi, dunque. Che fare? La soluzione del prof. G.d.L. è sommessa, pressocché infinitesimale: “Il governo Monti ha un’agenda fittissima, si sa. Ma se tra le tante cose da fare riuscisse anche a scrivere un rigoroso codice etico per la supercasta, qualche decina di milioni di italiani gliene sarebbe grata”. L’editoriale finisce qui.

E’ tale l’autorevolezza di Galli d.L. che quasi sicuramente il governo Monti troverà il tempo per scrivere il rigoroso codice etico. A quel punto, il nostro essendo un paese di calvinismi implacabili, impegnato da millenni su laceranti dilemmi morali, trafitto da un intransigente senso del peccato, è chiaro che la supercasta sarà azzerata. Se la logica di Galli della Loggia ha un senso, il codice etico sarà il clangore delle trombe che abbatterono le mura di Gerico.

Se invece il ragionamento del noto politologo è un altro, e noi non lo abbiamo capito, abbia la gentilezza di scrivere un altro editoriale onde far emergere uno scenario diverso dal crollo di Gerico. Così capiremo.

Altrimenti noi e una parte dei milioni di italiani protesi alla gratitudine di cui sopra, però scettici sull’efficacia dei codici etici, saremo legittimati a proporre un ‘che fare’ diverso: decimare gli alti burocrati. Dopo la destituzione e il blocco cautelativo dei beni, anche se intestati a consorti e a badanti bielorusse, mandarli a processo di rendiconto, nel quale sapranno o no dimostrare di non aver tradito la fiducia del popolo. Se sì, li riabiliteremo (avranno imparato la lezione, come gli altri della consorteria). Se no, li spoglieremo di tutto, e ringrazino Iddio se riceveranno i sette-ottocento euro mensili di soccorso spettanti ad ogni senza lavoro che mantenga una famiglia.

Niente di così efferato, ovviamente, se il codice GdL risulterà cosa diversa da una bonaria omelia.

Altra grave diagnosi medica, seguita da una non-terapia. Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes, nel presentare il rapporto annuale sullo stato della Repubblica, ha enfatizzato che il Paese è sfiduciato, depresso, apatico, rassegnato, senza un obiettivo da perseguire. Alla domanda quale fattore potrà energizzarci, condurci verso una meta, ha precisato che nulla dobbiamo attenderci da un agente specifico, p.es. la politica. E’ “dalla classe dirigente generale” che potrà venire la salvezza: imprenditori, politici, manager, studiosi, economisti, magistrati, professori, giornalisti, “tutti coloro che hanno un ruolo”. Come capiamo noi, non più di qualche milione di persone che si uniscano in un fascio di volontà e giurino come a Pontida. Non è chi non veda la concretezza, specificità, dirompenza,  soprattutto immediatezza della  formula Fara/Eurispes per la riscossa dello Stivale.

Sbaglierò, ma prevedo più efficace una moltiplicazione per mille del cauto decisionismo del governo dei tecnici. E’ un’emergenza, si sospendano le prassi della normalità e della Costituzione. Si chiuda l’esiziale Parlamento, senza aprire le inutili urne.

Antonio Massimo Calderazzi