Chiunque in Italia abbia ancora un minimo di senso della correttezza si è ormai indignato per la gogna mediatica a cui da giorni è sottoposto Francesco Schettino, capitano della nave Costa Concordia, la quale, nonostante gli ingenti danni subiti, è stata condotta con la massima destrezza a spiaggiarsi placidamente nei bassi fondali prospicienti l’isola del Giglio.
Schettino, vittima designata della caccia alle streghe orchestrata da una certa Sinistra, ha visto la sua privacy, garantitagli per legge, sistematicamente e immotivatamente violata durante tutta la notte tra il 13 e il 14 gennaio, con il risultato che le sue conversazioni personali con gli amici della Capitaneria di Porto, piene di battute e scherzi da guascone, estrapolate dal loro contesto, e che mai sarebbero dovute uscire dalle Procure, sono ormai scandalosamente a disposizione di chiunque, tanto su internet quanto su tutti i giornali vicini agli invidiosi nemici del capitano. Forse a qualcuno non è andato giù il fatto che la grande nave sia stata affidata proprio a questa persona? Ebbene, che questi omuncoli rancorosi si mettano il cuore in pace, perché Francesco Schettino è stato regolarmente scelto come capitano dalla compagnia Costa Crociere, e quindi ha il diritto e il dovere di condurre un transatlantico, senza dover dimostrare a nessuno, e men che mai a loro, di esserne in grado. Potranno manipolare l’informazione fino al punto di insinuare che il capitano non è stato improvvisamente sbalzato in mare durante una cena elegante, ma ha anzi consapevolmente abbandonato per primo il suo stesso vascello, lasciando passeggeri ed equipaggio al proprio destino; potranno trasformare i pochi istanti che Schettino si è saggiamente preso per riflettere lucidamente sul da farsi in un’ingiustificabile ora di ritardo nel dare l’allarme, così da trasformare il salvatore di molti nel carnefice di pochi; potranno chiamarlo inadeguato, sconsiderato, incapace, ma egli rappresenta alla perfezione, e certo meglio di loro, il popolo italiano, e l’abilità dell’uomo medio nella guida dei grandi traghetti: Francesco è un uomo come noi, è colui che ci rappresenta veramente, e ha agito come avrebbe agito ciascuno di noi se si fosse improvvisamente ritrovato al comando di una nave lunga 300 metri e pesante 115.000 tonnellate.
Pensano forse che un comunista alla guida della Costa Concordia avrebbe saputo fare di meglio? Pensano che la fraterna amicizia con capitani di navi il cui nome è immortalato dalla Storia, come il Bounty, il Titanic, la Moby Prince, non basti a certificare l’immenso spessore di Schettino come capitano di vascello e come uomo? La piantino dunque le solite Cassandre della Sinistra di urlare alla tragedia, citando chissà quali morti e dispersi, riempiendosi la bocca di parole come merito, capacità, professionalità, dedizione e senso del dovere: non c’è nessun naufragio, il peggio è alle spalle, e il nostro capitano non ci sta conducendo agli scogli, ma a un radioso futuro di mari aperti, brezze frizzanti e tramonti sull’orizzonte. Francesco resisterà alla persecuzione dei giudici, resisterà agli insulti e alle maldicenze; Francesco continuerà a pilotare le navi, e lo farà per tutti noi!
Orbene, sapendo come stanno veramente le cose, voi esitereste forse a salire ancora, e ancora, su una nave comandata da Francesco Schettino? Se l’idea continua a procurarvi una certa inquietudine, può darsi che abbiate appena capito perché è fondamentale che il popolo italiano non abbia mai più a esprimere un Governo per suffragio universale…
PS: Lat. gubernator, -oris, m., timoniere, pilota; fig. amministratore, governatore (di uno stato).
Francesco Soldani
da laStecca