Gli USA di Roosevelt vollero la guerra al Giappone per conservare la presa sulla Cina. La perdettero in pieno nel 1949. Ora si preparano a cedere a Pechino il primato economico mondiale
Henry Kissinger aprì gli occhi dell’America sulla Cina: nel 1971 andò a Pechino e combinò la storica visita del presidente Nixon. Se tutto ciò non bastava a fare di lui l’americano più autorevole in materia di Cina, da poco ha pubblicato un nuovo libro, On China. Gli hanno chiesto come andrà tra il suo paese e l’Impero di mezzo. Ha risposto che le due massime economie del pianeta ‘interagiranno’ e da questo dipenderanno pace e progresso nel mondo. Non una gran risposta, per essere il guru più importante sulla materia.
Ha però aggiunto alcune osservazioni che, venendo da lui, hanno peso. Una è che sia Washington sia Pechino mostrano d’essere consapevoli delle rispettive responsabilità. L’altra è che dal passaggio del potere da Hu Jintao a Xi Jinping a partire dal 2012 non bisogna attendersi svolte e risultati vistosi; i cambiamenti prenderanno tempo e non saranno netti: <Nei secoli i cinesi hanno saputo mascherare i loro processi decisionali con lineamenti di continuità. Però col tempo la cosa evolverà, e ovviamente evolveranno la loro politica economica e il rapporto con gli USA. Dovremo risolvere noi, non i cinesi, le difficoltà che ci siamo procurati da soli. La crisi finanziaria ha ridotto in due modi la credibilità degli USA: perché è emerso che le nostre valutazioni non erano accurate; e perché nei circoli di potere cinesi abbiamo indebolito i fautori dell’America e delle sue vie”.
Hanno anche chiesto all’ex-potente segretario di Stato se si aspettava che la Cina cambiasse tanto rispetto a come la vide nel 1971. Ha risposto che quarant’anni fa quel paese in pratica non aveva automobili, neanche un grattacielo e ben pochi beni di consumo. Le tecnologie erano abbastanza arretrate. <Quando venne il presidente Nixon dovemmo portare una stazione di terra per comunicare coll’America. Tipico del loro orgoglio, i cinesi si comprarono la stazione di terra in modo che essa non fosse americana. E ancora nel 1976 il nostro commercio con la Cina era inferiore a quello coll’Honduras>. Per Kissinger le riforme che hanno trasformato la Cina non furono concepite prima del 1979, e cominciarono ad agire solo verso la fine degli anni ’80. In non più di vent’anni è cambiato ciò che è cambiato.
Anche per il grande Kissinger l’economia cinese sarà presto prima al mondo. Però il reddito pro capite, con una popolazione così gigantesca, resterà un quinto di quello statunitense. A partire dal 2025-30 la Cina avrà i suoi problemi demografici. I vecchi saranno molti di più e dovrà mantenerli una popolazione attiva decrescente. “E poiché si aggiungeranno i problemi di una urbanizzazione sempre più rapida, non è detto che la Cina si troverà la potenza dominante nel mondo. Le sue recenti agitazioni e difficoltà hanno avuto caratteri soprattutto locali e cause specifiche. Potranno un giorno acquistare caratteri rivoluzionari. Per ora non li vedo”.
JJJ