Anticipiamo per primi che l’Unesco, l’Accademia degli Imbronciati e il dipartimento d’Italianistica della Lennox University, coordinati dal Re di Danimarca, indiranno a giorni il concorso internazionale per la riscrittura della Divina Commedia, capolavoro sì ma bisognevole di aggiornamenti. Il concorso sarà tripartito: il termine per l’Inferno è il 2020, 699° anniversario della morte del Sommo fiorentino; il 2021 per il Purgatorio; per il Paradiso più in là (il Re a Copenhagen si riserva di decidere, sentito Giuliano Ferrara capo dei consulenti di corte. In proposito si sono già levate le accuse di conflitto d’interessi, essendo il capo-consulente uno dei concorrenti di peso per l’aggiudicazione del titolo di ‘Dante bis’, valevole per varie supplenze e non poca vanagloria. Il premio in palio consisterà, oltre che nel suddetto titolo, in una corona d’alloro da portare anche dormendo (foglie ingualcibili); di una cospicua somma una tantum; nel pacchetto di maggioranza della Fondazione Amici dell’Unesco, comportante il diritto di deridere impunemente il detto Unesco.
Pur essendo sottinteso che il Concorso è una formalità (il vincitore essendo già nella terna Umberto Eco-Giuliano Ferrara-Conchita De Gregorio) il sottoscritto amanuense di ‘Internauta’ sarà tra i concorrenti senza speranza però ostinati. ‘Internauta’ è in grado di presentare in anteprima uno schizzo di scaletta per il solo Inferno, scaletta non definitiva né vincolante bensì ‘in fieri’ e aperta a ogni sviluppo. I gironi e le bolge infernali potranno non coincidere con quelli dell’Alighieri, considerati sia i mutamenti del costume tra l’età di Beatrice e quella della Prestigiacomo, sia le incessanti innovazioni in campo etico-tecnologico.
Nella domiciliazione dantesca dei dannati (derivata da Aristotele, da San Tommaso e dal ‘De officiis’ ciceroniano) campeggiavano colpe come incontinenza (lussuriosi, golosi, avari, prodighi), malizia, frode, ignavia, eresia, violenza (eretici, bestemmiatori, sodomiti, usurai, fraudolenti – 10 bolge). L’ultimo cerchio dell’Inferno imprigionava in eterno, confitti nelle acque gelide del fiume Cocito, i Traditori, vedremo quali.
Varie novità saranno nell’Inferno rimaneggiato dal sottoscritto scrivente. P.es.: al posto dei lussuriosi, i casti, moralisti e pauperisti. Al posto dei golosi, i fissati del bio e dell’acqua minerale che vi fa puliti dentro e belli fuori. Al posto degli avari i consumisti e quanti fanno il passo più lungo della gamba. Al posto dei prodighi, coloro che si oppongono alla lievitazione della spesa pubblica. In area Violenza gli eretici, finalmente trasferiti nella terza Cantica (Paradiso), saranno soppiantati dai pedissequi alle gerarchie vaticane e ai moniti del Colle; i bestemmiatori da chi non intercala il discorso pubblico con nomi degli apparati genitali; e così via aggiornando e dando rilevanza.
Previsto uno speciale risalto al depennamento, con lavaggio d’ogni colpa, dei sodomiti: saranno trasferiti in Paradiso in quanto titolari di presidenze regionali. Gli usurai verranno proposti per posizioni d’alto management, con solenni conferimenti di cavalierati del Lavoro dalle mani di altissimi cestisti del Quirinale fasciati di innocue corazze, così necessarie a proteggerli da ordigni talebani. Non ancora messa a punto la collocazione dei fraudolenti: quella più probabile è nella bolgia dei politici di professione, imbattibili come operatori di furti con destrezza e recidivi long term.
Altresì da designare la popolazione dell’ultimo cerchio infernale, quello dei traditori, che Dante, come ricordiamo, distribuì nelle seguenti categorie: traditori dei parenti, della patria, degli ospiti, dei benefattori. Per il grande Fiorentino il rappresentante massimo di questa malvagità era Lucifero, traditore di Dio, raffigurato a spolpare incessantemente i crani di Giuda, traditore di Cristo, poi di Bruto e Cassio, traditori dell’Impero. Chi mettere al posto di Lucifero, sarà la scelta più ardua, tanti essendo i meritevoli del supplizio più estremissimo, peraltro accompagnato da eccelsa autorità su tutti gli altri dannati. E’ una parola sceverare tra 1000 criminali e guerrafondai del XX sec. più un undicennio del XXI! Ci sono Hitler, Stalin col suo vice Togliatti, FD Roosevelt, Churchill, Raymond Poincaré (volle una Grande Guerra da 15 milioni di morti, per riconquistare l’Alsazia e così facilitare una Seconda guerra mondiale da 50 milioni), Mladic e perché no, Mao, più 993 altri conti palatini di Satana.
Ma forse sarà bene volare più basso: scegliere tra gli assai più malfattori le cui mani sono lorde non di sangue ma di soldi e di altri sudiciumi del male. Ci sono i miliardari di tante società blue chips, ci sono i re della droga e molti altri cui sarebbe ingiusto negare la top carica della prima Cantica. Ci sono i campioni della corruzione, del consumismo e dell’impostura democratica, inventori/distruttori della repubblica che ci fece liberi.
Ancora, ci sono coloro che hanno depravato Milano da capitale morale a capitale della Moda, della finanza cariata e del calciomercato. E’ vanto di Bordeaux Berlino e Madrid di non doversi identificare nei defilé, nello sport venale e nei derivati tossici. Milano lo fa, e chi deve risponderne è giusto competa per il posto di Lucifero. Ricapitolando, la Moda come vituperio peggiore della Borsa e delle Ferrari ai calciatori con Rolex.
Ad ogni modo, il termine per consegnare la Commedia Bis, col nome dell’Ipermalvagio assoluto, è tra 9 anni. Potranno emergere peccatori anche più turpi dei sullodati.
Amanuense