UNA VIA DI SALVEZZA V
Se lo Stivale è così creativo, perchè non s’inventa una politica meno spregevole?
Avete notato che gli ottimisti sul futuro d’Italia -il più visibile di tali euforici (purchè-resti-il-Cav, beninteso) è Giuliano Ferrara; ma ha parecchi colleghi di fideismo- gridano a più non posso che siamo una stirpe di intelligenza e di slancio tali che supereremo d’impeto ogni difficoltà, a duraturo disdoro delle Agenzie di rating? Danno per certo che la repubblica del 150° trabocchi di risorse dell’anima. Amando l’understatement non lo dicono, ma fanno capire che siamo esattamente gli stessi che costruirono la gloria dello Stivale. Abbiamo inventato il Rinascimento, il teatro lirico, un design una moda un calcio irraggiungibili; e prima ancora realizzammo i Comuni, le scoperte geografiche, il Papato triumphans di Innocenzo III e quello maculato di Bonifacio VIII. Perché no, siamo indistinguibili dai geniali pecorai laziali che senza farla difficile misero insieme l’Impero più indiscusso della storia.
Siamo talmente creativi che salteremo di slancio, con cavalli superbi, sui profondi fossati del declino, dell’iperdebito, della morte o espatrio delle industrie, su ogni altro ostacolo del feroce steeple–chase globale. In particolare G.Ferrara (ogni sera legge al Premier e alle Olgettine pagine giobertiane dal ‘Primato morale e civile degli Italiani’) garantisce: se il suo Idolo reagirà allo spleen, se tornerà il Silvio di un tempo, splendido animale da guerra, lo Stivale farà una rimonta fenomenale, visto quanto è intelligente.
Andrà certamente così. Ma allora perché, sulfurei di estro e michelangioleschi come siamo, perché ci teniamo la politica peggiore del Mondo libero? Perché dai nostri Prominenti, parlamentari, sottogovernanti e altri biscazzieri ci facciamo scuoiare, così come gli esercenti di Palermo pagano senza fiatare agli esattori di Cosa Nostra? Perché le nostre istituzioni, partorite da una Carta di stupefacente perfezione, sono impotenti a liberarci da un sultano grottesco e partito per la tangente, cosa che a Kemal Ataturk nel 1922 riuscì così facile? Perché, avendo generato quasi tutto il Nuovo, il Grande e il Bello da quando la Lupa allattò Romolo e Remo, non inventiamo un meccanismo politico meno pessimo del nostro? La pensata più audace del regime Alfano-Bersani-Fini-Vendola sarà, se sarà, sostituire al Porcellum il Mattarellum, oppure il Sartorium (doppio turno alla francese secondo Sartori). Questo il Regime. E noi 55 milioni di creativi? Se nessuna stirpe è più in gamba della nostra, perché facciamo ridere il mondo lasciandoci gestire da malandrini (metà al malgoverno, metà all’opposizione) non più simpatici dei gerarchi del Ventennio?
Alcuni di noi Internauti guardiamo a un futuro ribellato ai politici, un futuro di democrazia diretta randomcratica, resa possibile e selettiva dal sorteggio elettronico. Ma è un futuro che hanno concepito negli Stati Uniti, ispirandosi all’Atene di Clistene e di Pericle; la metà di Internauta ha fatto solo alcune aggiunte e messe a punto. L’inventività politica degli Itali è ferma a Machiavelli, cappellano ideologico dei pugnali e dei veleni di Cesare Borgia, e a G.Ferrara, direttore spirituale di Villa Certosa su mandato di Bush&Cheney.
Nel campo opposto, la nostra ingegneria politica non va oltre i girotondi viola, la consegna di imparare a memoria ed amare la Costituzione e pochi altri ardimenti altrettanto temerari. Che la nostra autostima sia esagerata? Che ragioniamo come quel tale “non sono mai stato ad Amburgo ma non mi piace”?
Tersite