L’UPPER CLASS SA QUELLO CHE FA

Quando, mille e più anni fa, un re pagano si faceva cristiano, l’intera corte lo seguiva nella fede. Sovrano e capi guerrieri erano una sola cosa, che poi imponeva al popolo la conversione. Il 15 e 29 maggio l’Upper Class italiana, poteri forti e salotti di retaggio compresi, ha abiurato il paganesimo berlusconiano e si dispone a praticare riti, in paramenti arancione, che un tempo aborriva. Ha fatto bene: l’anomalia turbocapitalista e porcacciona era durata troppo, era divenuta aberrazione. Ma come mai l’Upper Class si fida ora di gestori e di intendenti che entrano dalla porta di sinistra?

Si fida perché in 66 anni li ha conosciuti a fondo. E’ dal 25 aprile 1945 che i padroni del vapore monitorano i politici di sinistra. Sanno per certo che sono addomesticati, anzi sono nati domestici. Le verifiche più convincenti le hanno compiute con Prodi e D’Alema. I due capipattuglia della Gauche al potere non hanno fatto alcun graffio al capitalismo, alcuno sgarbo a Bush; al contrario. Hanno fornito contingenti (spesati da noi) alle imprese del Pentagono. Hanno disonorato Vicenza costringendola nel reticolo planetario delle basi USA. Hanno spiccato ordini per flotte di corvette e di cacciabombardieri. Hanno adottato le tariffe di Wall Street per remunerare gli alti manager a peso d’oro, come gli indiani affamati facevano con certi loro prìncipi, imparentati con una o più divinità.

All’occorrenza i reggitori della Gauche si sono fatti lo yacht e si sono acclimatati alle deliziose terrazze romane, adorne di principesse pontificie però disponibili al progresso. Anzi: quattro Sommi Bonzi di indiscussa militanza bella-ciao si sono incorporati nel fasto quirinalizio, senza porsi problemi di coscienza. Se ne ponevano i papi atei che fecero Roma inimitabilmente bella con le indulgenze e i soldi destinati ai poveri di Cristo?
L’Establishment conosce i suoi polli. Sa che gli Arancioni non morderanno alcun polpaccio, oppure morderanno con le gengive, senza canini e molari. L’Establishment sa che il personale politico di sinistra, pur meno stomachevole di quello di destra (la nostra destra; in Francia i Legittimisti avevano stile), è negato a compiere opere di giustizia. Se le tenta, fallisce perché il popolo non li stima. Quanto a noi, sappiamo che gli Arancioni appartengono alla stessa antropologia dei loro avversari. Lo ha dimostrato, di nuovo, il Sessantaseiennio dal ’45. I sinistri diverranno credibili quando vivranno una mutazione genetica, quando saranno un’altra stirpe, capace di idealismo e di profezia, non di solo senso pratico. Stirpe piuttosto di Gioacchino da Fiore che di Niccolò Machiavelli.

Al momento uno solo tra i trionfatori di maggio, il sindaco di Milano, è chiamato a fare qualcosa di nuovo, nelle piccole cose ma subito. Pisapia forzerà al limite il fisco comunale, ripristinando l’Ici sulle prime case costose e con ciò deludendo i suoi nuovi fan che-hanno-gli-indirizzi-giusti? Farà viaggiare gratis in tram i soli bassi redditi, oppure alla Prodi-D’Alema aborrirà il populismo e assegnerà equanimi pass anche agli arteriosclerotici con miliardi? Rinuncerà a promuovere i luoghi dello chic, dell’arte per pochi e dei cristalli sofisticati, in modo da dare un tetto a quelli che dormono sui marciapiedi e agli sfrattati con bambini? Giuliano ha giustamente additato che le periferie meritano di più: farà cose impegnative o visite pastorali con bagni di folla sottoproletaria?

Sul piano nazionale, presto o tardi le sinistre vinceranno le elezioni: ebbene non accadrà nulla. Sentiamo da decenni che i costi e i furti della politica sono insopportabili, ma è sicuro che non si abbasserà né il numero né la voracità dei cleptocrati. Che si manterranno due Camere-doppioni, con numeri tripli del necessario nonché munite di un camerino di 120 scrocconi chiamato Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Che imperverseranno migliaia di organismi fatti per mantenere centinaia di migliaia di galoppini. Che non si ridurranno a un terzo i bilanci di ministeri nocivi quali Difesa ed Esteri, e non se ne cancelleranno altri come Pari Opportunità. Che non ci ritireremo da decine di spedizioni all’estero e dalla Nato. Che il Quirinale resterà un pinnacolo di prestigio ridicolo però costosissimo, un’offesa a quella che fu l’etica repubblicana. Che insomma il Potere Arancione non farà nulla di virtuoso. I precari, gli handicappati, gli ultimi, non si facciano idee false.

Hanno ragione gli Indignati di Spagna: NO LES VOTES. Né gli uni né i loro avversari. Le cose cambieranno solo se passeremo a una democrazia opposta all’attuale, niente politici a vita e con partiti senza palazzi e senza potere.

L’Ussita

1 commento

  1. L’articolo è sicuramente ben argomentato, ma i contenuti, per usare un eufemismo, mi lasciano perplesso. Posso anche condividere che, una volta al potere e dovendo fare i conti coi “poteri forti” (o più banalmente, con “la realtà”), la sinistra non riesca ad essere tanto idealmente diversa dalla destra quanto molti dei suoi elettori vorrebbero. Però non posso nemmeno dirmi d’accordo con una deriva “indignadista” anche in Italia, perchè come si è già visto in Spagna ha l’unico effetto di far trionfare le destre. Votare il meno peggio non sarà esaltante, ma mi sembra comunque più intelligente che non votare. E Pisapia è il tipo di persona da cui mi aspetto che, con realismo, sappia marcare la propria diversità dai precedenti sindaci di Milano, a partire anche solo dalle piccole cose. E se per fare molte cose giuste, si deve ingoiare qualche ingiustizia, così va il mondo. Meglio cambiarlo poco per volta che non stare fermi invocando un cambio improvviso e totale.

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