ADOZIONI PER I SINGLE

La colpa è dell’ambasciatore dell’informazione giuridica. Si tratta di quel tizio che riporta ciò che sta scritto nelle sentenze della Cassazione. Se la moglie, scoprendo il marito a letto con un’altra, lancia un oggetto contro la porta della camera, e a seguito di una causa giudiziaria la Cassazione non la ritiene colpevole di tentato omicidio per una serie di motivazioni tecnico giuridiche, l’ambasciatore dell’info giuridica riporta così “lanciare oggetti addosso ad un uomo non è reato”.

E la stessa cosa è successa con la recente pronuncia in materia di adozione. La Cassazione, pronunciandosi su una particolare forma di adozione, un percorso previsto per specifici casi (tipizzati dalla legge stessa), coglie l’occasione per sollecitare il legislatore a futuri provvedimenti che permettano l’adozione anche da parte dei single. Scandalo a corte!

L’ambasciatore dell’informazione giuridica riporta così “La Cassazione ammette l’adozione per i single”.

La Cassazione non ha mai detto niente di tutto ciò. Sollecita qualcosa che il buon senso non potrebbe non richiedere.

Quando si studia il diritto di famiglia il principio fondamentale su cui si incardina ogni singolo istituto, è il cosiddetto “diritto del minore ad avere una famiglia”. Considerando che nel nostro (cattolico part-time) stato la famiglia è solo quella fondata sul matrimonio, si può quindi riscrivere il principio applicando la semplice equivalenza “ diritto del minore ad avere un paio di soggetti eterosessuali che hanno detto sì ad un ufficiale giudiziario, meglio se ad un prete”.

Ma perché allora non si sollecita il legislatore a farsi un giro in una Procura minorile? Venga l’onorevolissimo legislatore a scoprire cosa succede spesso nelle nutellose famiglie con gli abiti stirati e inamidati la domenica mattina a Messa. Venga a scoprire il legislatore come sono le famiglie italiane del giorno d’oggi. Poi venga a prendere un caffè a casa di Silvia. Una donna di 40 anni, dolce e ammirevole. Silvia ha perso l’affidamento della piccola O. perché diventata single. Single perché il suo sì lo disse ad un perfetto cretino che un bel giorno le dovette ammettere di mantenere un’amante ed un’altra figlia in un’altra città. Venga però quel legislatore a casa di Silvia e mi dica se non vede amore. La stanza di O. ha giochi intelligenti,libri colorati e mille e più figure simpatiche attaccate alle pareti. Silvia è una donna forte, una dolce ragazza in cucina con un temperamento da maschiaccio che rimboccandosi le maniche ha continuato a vivere e a portare avanti con coraggio la sua quotidianità.

Venga un giorno il caro ministro Giovanardi, venga a scoprire che l’amore della famiglia non passa fra le vetrine del negozio di bomboniere, ma passa fra i sacrifici e le carezze del quotidiano. Venga il ministro che tiene convegni sull’ intangibilità del vincolo del matrimonio, venga a scoprire che a volte ci sono padri single eccezionali, aiutati da nonni e zii meravigliosi. Venga a scoprire che, spesso, nelle famiglie Mulino Bianco, si nasconde il silenzio delle mancanze, dell’educazione alla superficialità, si nasconde il fantasma dei tradimenti, soffocati dal pensiero che si debba avere sempre la vetrina pulita. Venga un giorno il ministro a scoprire che ci sono famiglie di ogni genere: a distinguerle non dovrebbe essere solo un certificato scritto da un’autorità, dovrebbe essere la quantità e la qualità di amore che hanno da offrire.

Lo scandalo. Ogni tanto, quando l’ipocrisia si fa insopportabile, nel silenzio assordante degli uomini di buon senso, salgono le parole di una bellissima canzone degli anni 70. Scandalizzò l’Italia cattolica, che come oggi non temeva di zittire la voce delle coscienze. “Dio è morto”. La voce del cantante dei Nomadi, scandiva con rabbia queste parole “… il perbenismo interessato, la dignità fatta di poco, l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto … è un Dio che è morto”.

Emme Effe