Mentre qualcuno rimpiange di non poter sparare agli immigrati, la Chiesa si indigna, ovviamente per il mancato sostegno dell’Europa all’Italia (gli spari del resto li possiamo contestualizzare nella, in assenza di una definizione più corretta, “mente” del leghista Castelli), il Parlamento si occupa di una legge, la prescrizione breve, che a detta del ministro Alfano ha un impatto irrisorio sui processi (e allora perchè sono settimane che l’aula ne discute?), la Chiesa (sempre lei) per azzeccarne una deve affidarsi ad un errore di traduzione, nel Belpaese ruba la scena l’ulitma sul Bunga Bunga.
Due giovanissime ragazze aggiungono la loro testimonianza al già interminabile elenco di prove contro il presidente del Consiglio. Quale rilevanza abbiano lo decideranno i magistrati, intanto è grottesco e divertente (questo del resto è lo spirito del tempo) indulgere su due o tre particolari.
Primo – La Statua di Priapo. Confermando la sua passione per il mondo classico (vi ricordate le tombe fenice di villa Certosa?) pare che il mai domo presidente del Consiglio facesse girare nelle cene di Arcore una statuetta di Priapo (per chi non lo sapesse, dio della fecondità: insomma un ometto piccolo piccolo con un grosso grosso pene), e invitasse le sue ospiti femminili ad intrattenersi col suddetto in un qualche gioco erotico.
Secondo – E’ un bel presidente! Berlusconi racconta barzellette sconce che, come nella tradizione dei migliori consigli d’amministrazione, non fanno ridere i sottoposti meno zelanti. Interviene Emilio Fede con piccoli colpi di gomito, invitando le più riottose (o quantomeno quelle dotate di un senso dell’umorismo degno di questo nome) ad unirsi al coro di risate “eccessive e forzate”. Un film di fantozzi, privato di umanità e decoro (che già non grondano abbondanti), non avrebbe potuto regalare una scena di maggior servilismo.
Terzo – Rejoice. In una versione privata e depravata del Drive In, ad Arcore le sedicenti pupille (o culi – copyright Ruby) del presidente del Consiglio, sempre secondo il resoconto delle due giovani testimoni, ”si dimenavano, ballavano, cantavano ‘Meno male che Silvio c’è’, si facevano baciare i seni dal presidente, lo toccavano nelle parti intime e poi facevano lo stesso con Fede”. E qui viene il bello. “A un certo punto Berlusconi, visibilmente contento (sic!), disse ‘Allora siete pronte per il bunga bunga?’, e tutte le ragazze in coro hanno urlato ‘Siiii!’”.
Non è che la notizia stupisca. Difficilmente uno si può immaginare che a uno degli uomini più ricchi d’Italia tocchino in sorte delle sciatte prostitute annoiate che masticano la cicca e fumano distratte, ed all’invito “Facciamo il bunga bunga?” rispondono “Sì vabbè, cheppalle…”. Però è sempre edificante sapere come si comporta, e che comportamento pretende, il proprio presidente del Consiglio.
Ora si capisce il viso scuro con cui affronta le lungaggini parlamentari, che a sua detta “trasformano un purosange in un ippopotamo”, e i limiti della Costituzione. Non sarebbe tutto molto più semplice se le cose andassero semplicemente come vuole lui?
“Allora siete pronti per il processo breve?”, “Siiiii!”, “L’Aula approva”.
Tommaso Canetta
da La Stecca