ESAME DI COSTITUZIONE PER I POLITICI

La selezione dell’elettorato passivo: un rimedio all’ignoranza dei parlamentari

Non sembrano essere ancora maturi i tempi per una democrazia non fondata acriticamente sul suffragio universale. La pretesa che gli elettori abbiano, se non le competenze, almeno un serio interesse per la gestione della cosa pubblica non è un seme che trovi oggi terreno fertile. Allora avanziamo una proposta più concretamente fattibile.

Si selezioni la platea degli eletti. Subordiniamo l’elettorato passivo al superamento di un esame basilare, nel quale si verifichi la conoscenza della Costituzione. I nostri parlamentari giurano su di essa, testo fondativo dello Stato. Richiedere che i rappresentanti ultimi del potere legislativo conoscano i principi che devono rispettare, ed i limiti che sono imposti alla loro azione, sembra il minimo.

Suona pleonastico, quasi ridicolo, chiedere una cosa del genere. Al normale cittadino sembra ovvio che un parlamentare conosca la Costituzione. Ma, a giudicare dalla quantità di norme che vengono dichiarate incostituzionali, e dal numero ancor più elevato di proposte (assurde) che per lo stesso motivo non diventano mai legge, così non è.

Allora perché non introdurre un semplice test, un esame di diritto costituzionale base, quale condizione necessaria per essere candidati al Parlamento?

Si noti bene: non si richiede necessariamente la condivisione di quanto viene prescritto dalla Costituzione. E’ assolutamente legittimo che qualcuno voglia apportare delle modifiche. Le nostre stesse proposte richiederebbero dei mutamenti radicali del testo costituzionale.

Ma proprio chi vuole cambiare l’esistente ha il dovere di conoscerlo. Allo stesso modo chi si pone in posizione di difesa assoluta dello status quo dovrebbe sapere di cosa sta parlando.

Immaginiamo allora che la consegna delle liste elettorali avvenga in due momenti. Prima si presentano le liste dei candidati provvisori. Questi vengono poi riuniti in luoghi controllati, in perfetto stile “esame di Stato”, e sottoposti all’esame di conoscenza della Costituzione. Chi non è promosso, viene automaticamente escluso dall’elettorato passivo (per quell’elezione). In un secondo momento si presentano le liste complete, composte da persone che hanno dimostrato di essere a conoscenza dei principi fondanti dello Stato, che li vogliano conservare o cambiare.

Sarebbe anche un utile messaggio per i cittadini comuni vedere i politici costretti a studiare e a passare un esame, prima di sedersi sui comodi scranni di Montecitorio e Palazzo Madama.

Ps. Ovviamente andrebbero adottati dei metodi per i quali chi corregge lo scritto non conosca l’identità dell’esaminato fino al termine della valutazione. Già adottando metodi telematici e domande a crocette si eviterebbero alcuni macroscopici inconvenienti.

T. C.