Soprattutto per ciò che tace, interessante una recente intervista/confessione al Manifesto dell’accademico comunista Richard Sennett, figlio di un comunista che nel 1936 combatté in Spagna; ‘comunisti tutti i suoi zii, si precisa’. Sua premessa: la crisi economica, che si vuole in via di superamento, riesploderà presto, perché il ‘capitalismo finanziario’ è una peste nera, non la si contiene. Su questo la sinistra di tutto il mondo non dice niente, perché vuole piacere al business. Invece è ora il tempo di riscoprire il socialismo. E lei che farebbe a questo fine? chiede l’intervistatore. ‘Nazionalizzerei l’intero settore bancario’. Purtroppo, è sempre Sennett, quando ho fatto questa proposta a un convegno, sono stati i relatori sindacalisti -‘sindacalisti’- a contestarmi: non puoi sostenere queste cose, i lavoratori non permetterebbero.
Il prof.Sennett non ha siegato come si riesce a riproporre il socialismo alla gente, intossicata per sempre dagli alti consumi elargiti in sessant’anni dal benessere, cioè dal mercato. Non ha spiegato perché sa che non saranno le enunciazioni di mille teorici come lui e di centomila attivisti di sinistra a convincere i grandi numeri. I grandi numeri ragionano: il mercato ci ha dato la seconda casa, varie automobili e le vacanze ai Caribi. La politica e la cultura democratiche, no. Le hanno date, molto più in grande, ai propri bonzi.
La gente ascolterà solo se il socialismo lo riproporranno persone all’opposto dei politici e degli intellettuali di sinistra. Persone le cui scelte etiche e i cui stili di vita saranno quelle dei veri apostoli e dei veri missionari di un tempo: abnegazione, rifiuto eroico del denaro, sobrietà ascetica, credibilità in quanto assertori della virtù; santità aggiornata, in pratica. Saranno ascoltati i soli puri di cuore: un assieme di caratteri all’esatto contrario dei giornalisti di De Benedetti e di Rai3, dei conduttori televisivi, degli scrittori progressisti delle corti di Mitterrand, Prodi e Zapatero.
Fin quando la sinistra resterà come è, coi campioni e i divi che ha, bugiardi e briganteschi quanto Berlusconi e Brancher, colleghi della stessa impostura solo molto meno bravi, il prof. Sennett perderà il fiato a invocare il socialismo. Quando predicheranno i ‘democratici’ dai loro pulpiti accademico-editoriali e dalle stesse spiagge dei ricchi, la gente capirà che mentono.
Antonio Massimo Calderazzi